Lykánthropía

Licantropìa / s. f. Delirio per il quale il malato si crede trasformato in un lupo o in altra bestia feroce.

Sembrano tempi lontani, e in effetti oggi i casi riconducibili a certe patologie sono molto rari, eppure nel Medioevo i lupi mannari pare fossero esistiti veramente. Si aggiravano per boschi e sobborghi con la smania di liberarsi del loro feroce doppio. Come tutti i fenomeni dal difficile approccio logico, furono messi all’indice in quanto creature sataniche: contadini e popolani trovandoli nei loro campi erano liberissimi di bruciarli vivi. 

Da queste superstizioni medievali si ramificano quelle attuali. Si racconta tutt’oggi di un misterioso personaggio che in un recente passato si aggirava per le strade della Garbatella, nelle notti di plenilunio. Alla ricerca di una fonte d’acqua dove abbeverarsi, ululava dolorante, picchiava sui portoni e spaventava la gente del posto, riuscendo sempre a sfuggire alle autorità.

Simone D’Angelo riassembla l’immaginario del quartiere, dirigendo una suggestiva mise-en-scène, in un cui una presenza ferina osserva da un’inquietante soggettiva una Garbatella dormiente. ll Lupo di Garbatella evocato dall’autore vive in un confine sfumato, quello in cui occhi di brace nell’oscurità, a volte sono semplici miraggi di una notte di luna piena.

Progetto commissionato da
Garbatella Images 2021, capitolo VISIONI
a cura di Francesco Rombaldi e Sara Alberani
Direzione artistica Francesco Zizola

© Simone D’Angelo